lunedì 20 ottobre 2008

casa de calexico - Rolling Stone Milano 18/10/2008




Calexico e' una cittadina californiana al confine con il Messico.
Calexico e' un gruppo di gringos e di chicani che Sabato sera al rolling stone hanno regalato un bellissimo spaccato di luoghi(mitici) lontani dal nostro quotidiano.
Polvere , spazi infiniti e frontiera.
La frontiera messicana e' stata raccontata da molti , il primo che mi viene in mente e' Joe Ely ma il suo modo di porsi e' da americanoconinfluenzemex. Invece i Calexico sono totalmente annegati nel Mex. Non hanno autostrade polverose ma stradine, o forse neanche quelle, ma la polvere sì. Quella polvere che si deve mangiare se si vuole passare dell'altra parte. Te la fanno sentire con le trombe e fisa che ci portano 'oltre' la borderline ma anche la batteria(ma quanto e' bravo ed essnziale John Convertino?) e la chitarra(spesso classica) di Joey Burns ci ritrascinano a nord. Tutto condito con la steel guitar di Paul Niehaus, gia' con gli Iron & Wine nell'ultima passata italiana, in un impasto sonoro che divide e unisce i due mondi, infatti si passa da atmosfere rarefatte a torbide ballate . Ogni brano e' eseguito con passione e trasporto.
L'ultimo lavoro(Carried to dust) e' ottimamente rappresentato dai brani migliori tra cui spicca Two silver trees(qui sotto).
Gran finale a sorpresa(annunciatissima) con Vinicio Capossela che inanella una "Polpo d'amor con tanto di cilindro , occhiali da sub e maschera e "La faccia della terra" molto intrigante .
In apertura Moltheni, che ormai e' una certezza, come la sua voce stile manuel agnelli e i suoi testi folli.
Se qualcuno non avesse dimenticato la macchina fotografica avremmo potuto avere una bella fito con Joey Burns... vabbe' next time next time...

Calexico - Two silver trees

2 commenti:

Spino ha detto...

sono un cazzone... :( confermo...

ciocco72 ha detto...

son sicuro che ti rifarai...