giovedì 24 settembre 2009

dove ha fallito Dexter




Un articolo/critica sulla presentazione della quarta serie del serial Killer:

Dove ha fallito Dexter

Quando durante la prima giornata del Comic Con di San Diego, Showtime ha presentato il trailer della quarta stagione di Dexter, in sala non è volata una mosca. Due minuti trascorsi in un silenzio irreale, con i presenti che cercavano di intuire qualche cosa in anteprima su quel che sarebbe andato in onda da lì a qualche settimana. Serie di punta della piccola emittente via cavo statunitense, Showtime per l’appunto, in tre stagioni Dexter è già diventato un classico della TV. Una vera e propria serie di genere, nel bene e nel male.

Dexter ha destato da subito immani attese fin dal giorno in cui è stata annunciata. Grande perplessità e curiosità per una serie il cui eroe è un cattivo, senza compromessi. Almeno sulla carta. E la risposta iniziale dei critici è stata straordinaria, al punto da diventare la 3ª serie TV meglio recensita degli ultimi anni.

Eppure… eppure Dexter lascia l’amaro in bocca. Si potrebbe parlare e scrivere per ore delle squisitezze formali della regia e della scrittura, della voce narrante che non può che entrare piano piano nelle ossa fino a creare una sorta di rapporto simbiontico fra lo spettatore ed il protagonista. Per non dire poi della strepitosa sigla, a cura di quei geniacci della Digital Kitchen, gli stessi di True Blood.

Ma il personaggio, già ruffiano e per certi versi debole della prima serie [tratta da un libro di Jeff Lindsay], alla lunga mostra la corda. E la colpa è tutta di una sorta di buonismo all’americana che fa si che di cattivi per davvero, da quel cinema e da quella televisione ne possano uscire ben pochi.

Si pensi al pur strepitoso Vic Mackey di The Shield, all’agonia ed allo strazio costretto a subire nelle ultime puntate perché comunque sia chiaro allo spettatore che è un evil. E deve pagare. Tutto. E qualcosa di più. È forse impensabile per la cultura statunitense un eroe negativo non solo che non ne esca alla fine con le ossa rotte, ma che non abbia una ben precisa morale e tutta una serie di scuse che lo giustifichino. Per capirsi, un “cattivo e basta” come i protagonisti dell’australiana Underbelly, ma anche, per certi versi, dell’italianissima Romanzo Criminale.

Ed invece no. Dexter è un serial killer ma ha un codice etico. Trucco che regge giusto la prima serie, ma che già nella seconda non basta più. Ecco allora affiancarglisi via via personaggi, assassini, killer peggiori di lui, a mantenere sempre vivo negli spettatori il concetto che lui ha un codice. Che i veri bastardi sono gli altri. Che non dovete pensare che si stia facendo di un assassino tout court un eroe.

Le idiosincrasie, gli elementi di devianza, i vizi, mano mano vengono stemperati in quelli di ognuno di noi. Piccoli trucchi in scene magistralmente girate che ci fanno dire “cavolo, ma questa cosa la faccio anche io”. Ad instillare il dubbio che ciascuno dei vedenti sia potenzialmente capace di uccidere, o che il confine sia tutto sommato labilissimo. Solo perché si, è vero, a chi non è capitato di stare lì con la propria fidanzata fra le braccia a ragionare astrattamente sul non sentire le stesse cose che sente lei.

Ma è un trucco, è pop-psychology, psicologia da supermercato. Non è vero. Ed è qui che Dexter, i suoi scrittori, hanno fallito. Nel non aver avuto il coraggio di raccontare che cosa sia davvero un mostro, quando il Dexter delle ultime stagioni non è nemmeno tecnicamente un serial killer da manuale.

Ed il futuro pare già scritto in tal senso. Per la quarta stagione è stato annunciato un nuovo supercattivo, il Trinity Killer, interpretato dal nuovo acquisto John Lithgow [Una famiglia del terzo tipo]. Parafrasando Humphrey Bogart “è lo showbiz, bellezza”. Una volta azzeccato un prodotto di successo, soprattutto in TV, lo si spreme come un maiale. Ed un canale come Showtime di Dexter ha bisogno come il pane. Non a caso ha annunciato una serie di 12 webisodi animati intitolata Earl Cuts (Primi Tagli, grossomodo). Sarà, guarda un po’, un prequel che racconta i primi passi di Dexter nel pianeta omicidio. Buona visione.

[apparso su nocturno #settembre/2009]

2 commenti:

Spino ha detto...

dexter non fallisce.

Nathan88 ha detto...

Si è vero Dexter non fallisce, ma ciò che delude e questo suo subire gli eventi; nella realtà un killer del genere avrebbe gia abbandonato da un pezzo il suo codice, i veri serial killer si sono comportati come dexter nella seconda serie sfidando la giustizia con il suo manifesto, in questo senso lilla è più credibile di Dexter.
Dexter comunque appassiona, ma alla fine pensi che nella realtà è tutta un'altra cosa, e che il buonismo e tutte le scuse varie vanno a farsi fottere.