lunedì 3 ottobre 2011
Afterhours - Live @ Trezzo sull'Adda(MI) - 30sep2011
L'ultima volta che ero venuto al Live di Trezzo, la prima, era per i Grinderman, il side project di Nick Cave, ne ero uscito stordito e con le orecchie fumanti dal noise sprigionato dai pazzi sul palco.
Questo certo non me lo aspettavo dagli Afterhours. Non mi aspettavo niente di preciso in realtà, era troppo che non li vedevo ed ero proprio nell'atteggiamento: "adesso vediamo se hanno ancora qualcosa per me". L'ultima volta era stata a teatro, un'esperienza quasi surreale. Poi li avevo lasciati andare per la loro strada, ma si sà prima o poi si ritorna sul luogo del delitto...
Questa di Trezzo è l'ultima data del summer tour prima di iniziare il giro negli USA e finire il nuovo disco ormai da troppo in gestazione.
Il ritorno di Xabier Iriondo(visto poco prima con moglie e figlioletto) alla seconda(prima) delle 3 chitarre fa ben sperare. E' stato lui in passato a dare il tocco da outsider che ha reso il suono originale e particolare. Senza di lui , prima le sonorità scarne poi troppo elaborate avevano mostrato il fianco con una eccessiva ricerca della precisione piu' che dell'impatto sonoro.
Quello che segue mi darà ragione.
Poco prima dell'ingresso della band viene suonata "Amphetamine" di Steve Wynn e già mi sento a casa...Steve è uno dei pochi dei 'umani' dell'Olimpo dei grandi rocker stellestrisciati e gli 'After' lo hanno accompagnato(omaggiato) durante l'ultima sua discesa italiana, quindi la scelta ha un senso, o magari e' un caso e io un dietrologo :-)
Il concerto inizia fortissimo , in ordine sparso : "Dea", "La verità che ricordavo"(best della serata), "Male di Miele", "Siete proprio dei pulcini" tutto condito da brani acustici(pochi) come Bianca o qualche trovata autoreferenziale con Manuel solo al piano ad eseguire improbabili strimpellamenti a livello di novizio dello srumento. Ma l'importante era , nonostante fosse l'ultima data , nononstante il brusio di fondo, che la band non si risparmiasse, scegliendo una scaletta ovvia , da jukebox del fan. La setlist ha tirato fuori un concerto degno di band hardcore , con l'energia che nelle ultime prove (viste da me) sembrava ormai andata , prestata più alla ricerca della precisione che all'impatto. Come detto poco sopra, spesso le chitarre sono 3 e si sente , ognuno a tirarle il piu' possibile e a dare spessore ai pezzi che altrimenti cadrebbero nel già sentito.
L'incredibile presenza di gggiovani dai 30 in giù, entusiasti e , cosa mai vista, che cantano a memoria tutti i brani, fa ben sperare per il futuro del gruppo e pensando a noi, che li seguiamo dal 97, e già ci sentivamo dire di essere dei ritardatari, ora che siamo quasi scomparsi almeno da sotto il palco, fa un po' ridere.
Qualche riarrangiamento azzeccato, Xavier , niente tastiere e la determinazione di voler continuare a tenere alta l'attenzione su di loro potrà solo far aumentare il bacino e ri-riempire quello spazio vuoto tra il loro grande seguito e lo sparuto drappello di appassionati a cui è ritornata ad essere la musica indie-rock italiana.
Già 10 anni fa lo fecero , si spera che ora il miracolo si ripeta, il materiale c'e'.
So' già che la prossima volta ci sarò anche per sentire se la lunga gestazione è servita oppure no, ma anche per farmi tremare le orecchie .
Afterhours - La Verità Che Ricordavo
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